di
Luca Fornaciari

Oblivion: l'eccellenza della serie B



Ero impaziente di vedere questo film, anche se dal trailer avevo capito che sarebbe rimasto sotto le aspettative. Oblivion è certamente un ottimo film di serie B, ottimo perché raccoglie diversi elementi ben fatti, prettamente visivi; di serie B perché nell'ammasso di tante buone intenzioni il risultato finale manca di chiarezza e calore.

I punti a favore.
Kosinski, il regista, è un architetto, abilissimo nella computer grafica, lo aveva già dimostrato in Tron: Legacy.
La fotografica di Oblivion, le grandi costruzioni digitali, sono capaci di catapultare lo spettatore in uno di quei tanto adorati ambienti post apocalittici, decorati da famose costruzioni del passato semi-distrutte.

L'idea di fondo della trama è buona anche se diversi riferimenti richiamano allo spettatore più critico, film dal recente passato, a me ha ricordato molto The Island.
Questo però può essere un vantaggio a favore di Oblivion e mi spiego in due parole: molti film che richiama sono stati interpretati all'epoca da protagonisti che molto si avvicinano al ruolo classico di Tom Cruise, tanto da avere (forse solo nel mio cervello) generato una categoria dedicata. In questo film l'accostamento protagonista/attore è così azzeccato da proiettare lo spettatore in un genere preciso e già conosciuto, dandogli sufficienti richiami da metterlo a proprio agio e permettergli di seguire (e prevedere) una trama non troppo originale.

I lati negativi.
La storia d'amore coinvolge poco lo spettatore, nulla da aggiungere. Non bastano due flashback per riscaldare il cuore.
Le sequenze finali sembrano riassunte frettolosamente per restare nelle tempistiche cinematografiche, il finale si capisce a malapena con un susseguirsi di elementi troppo prevedibili che abbattono lo stile del film (Indipendence Day? Chi? Come? Chi l'ha detto?).
E Morgan Freeman? Ho notato soltanto io che svolge un ruolo così marginale da essere quasi inutile? Non suggerisco il taglio del personaggio, ma lo avrei fatto interpretare da un attore meno famoso, che potesse permettersi di restare così poco sullo schermo senza deludere i fan.

Voto complessivo: 6 solo per la mia viscerale affezione alle ambientazioni post apocalittiche.


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